Nonni a tempo pieno (per necessità)

Voglia di riprendersi i propri spazi e sensi di colpa. La «nuova prossimità» difficile da gestire

di Giovanna Pezzuoli 

  Nonne on the road, all’inseguimento dei figli nomadi, e nonne tecnologiche, ex sessantottine permissive e tuttavia con il piglio delle educatrici, nonne a tempo pienissimo, per necessità o per scelta, ma anche «scomode » nel ruolo di baby sitter. Nonni orgogliosi ed entusiasti, magari dopo essere stati padri distratti, oppure afflitti dalla latitanza dei nipoti in famiglie allargate, nonni talora arrabbiati con i figli incoscienti (non hanno i soldi per mantenere un bambino e ora ne fanno un altro…)
  La metamorfosi dei nonni è già una realtà: oggi più che mai entrano in modo prorompente nel cosiddetto welfare familiare, supporto indispensabile al benessere (leggi budget) e all’armonia dei genitori. Tradotto in cifre, il 44% degli 11 milioni di nonni italiani fornisce aiuto ai figli, passando in media 1.400 ore all’anno con i nipoti, comprese le vacanze estive, e consentendo un risparmio di 8 miliardi di euro.

«Essere nonna oggi non è facile perché non è facile la vita dei ragazzi» dice la fotografa milanese Paola Mattioli, due nipotine Sasha e Ania, 11 e 6 anni, che vivono a Bologna. «Tra noi ora c’è un grande amore, finché erano piccole mi spaventavano un po’. Sasha è ancora molto bambina, ma alcune sue compagne di scuola mi hanno lasciato secca, smalti, rossetti… Dove porre un limite?». «La mia nipotina ai trucchi non pensa per niente, bracciali anellini sì, ma poi li perde tutti, uno è persino finito in un tombino — dice la  poetessa Vivian Lamarque, nonna di un maschietto e dell’undicenne Micol —; il rapporto ora è molto bello, anni con qualche problema sono stati i 3, la chiamano l’adolescenza dell’infanzia, capricci grandiosi, scenografici».
  L’educazione nei ragazzi, si sa, è spesso un cruccio. «Le mie amiche soffrono perché i loro nipoti adolescenti sono un po’ maleducati, stanno sdraiati a guardare la tivù, non salutano, si alzano da tavola 10 volte, ma la nonna non può intromettersi», dice Maria Stringer, ex insegnante con due nipotine. «La nostra storia è un po’ travagliata, mia figlia lavora e ha trovato solo una baby sitter minorenne che non può ritirare Bianca all’asilo, così vado io ogni pomeriggio alle 2, è impegnativo anche se abbiamo un rapporto bellissimo, niente colazioni con le amiche, non posso andare via un paio di giorni...».
  La vicinanza con i figli è «un’arma a doppio taglio».Ma Adriana, direttore editoriale di scolastica e «nonna a distanza», con il nipotino di 6 anni che vive a Parigi, la rimpiange un po’. «Potermi riposare e ricaricare è un vantaggio, ma la lontananza non garantisce la continuità. E poi con questi figli super mobili, Londra, Parigi, non puoi nemmeno investire in un appartamentino!».
  Nonni «tardivi»ma giovanili, secondo la psicologa Silvia Vegetti Finzi, che di nipoti ne ha «quasi tre» e in «Nuovi nonni per nuovi nipoti. La gioia di un incontro» (Mondadori) sottolinea vistosi cambiamenti. «Oggi si va insieme al cinema, in bici, in spiaggia, tra nonni e nipoti c’è una prossimità nuova che però può creare attriti con i genitori. Mai ergersi sul trono della virtù, guai a dire "ai miei tempi", non era facile essere ragazzini negli anni ’50, c’è poco da rimpiangere! Ma sono gli uomini a rivelare un entusiasmo incredibile scoprendo una fisicità degli affetti prima solo femminile».
  Francesco, imprenditore fiorentino, adora sua nipote Giulia, che ora ha 16 anni. «È un tormento non vederla quasi più—confessa—ma io e mia moglie non andiamo d’accordo con nostra nuora che si è risposata e ora ha altri due bambini. Così Giulia sta un po’ con la mamma, un po’ con il papà, anche lui con una nuova compagna, moltissimo con gli amici, e addio nonni!».
  C’è anche chi vuole cancellare un passato difficile, come la super nonna Michela Dazzi, che racconta: «Ho dato le dimissioni alla Rai 16 anni fa, il giorno in cui è nato Paolo, il mio primo nipote. Sono stata una ragazza madre nelle mani delle baby sitter e non volevo che le mie figlie provassero le stesse angosce». Ora il numero dei nipoti è salito a 6, il più piccolo è Leon, 5 anni: a loro Michela dedica tutti i pomeriggi. «Sono fortunata, le due adolescenti sono tranquille, certo vanno in giro vestite un po’ strane,mi portano in questi negozi-baraonda, loro scelgono, io pago! Oppure mi aggiornano mettendomi lo smalto viola… Unica cosa, che fatica allacciare le scarpe ai più piccoli dopo la piscina».
  Sei è un bel numero, sei sono anche i nipoti dell’imprenditrice Gianna Martinengo. «Prendo da loro l’energia per continuare a lavorare —spiega—. Casa mia è il luogo della socializzazione, tutti insieme, 3 cugini più 3, dai 14 anni in giù, si autoregolano, soprattutto se non arrivano i genitori! E poi ricorro alla memoria, ai racconti di vita vissuta, spesso i figli sfuggono a padri e madri, tocca a noi esercitare un ruolo di mediazione. Qualche volta mia figlia si lamenta: "Le mie amiche hanno nonni a tempo pieno", ma non riesce a farmi venire nessun senso di colpa!».

Corriere della Sera, 8 ottobre 2011, pag.45

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