La mamma riccio

Betta Carbone
La mamma riccio
Come crescere i figli con dolcezza, senza dimenticare gli aculei
Edizioni L'Età dell'Acquario, pagg.144, Euro 12,50



  IL LIBRO – Prefazione delle blogger di FattoreMamma

Che tipo di mamma sei? La cosa più importante è il sorriso del tuo piccolo? Be', allora sei una Mamma Chioccia. Vuoi che il tuo erede sia sempre sul podio? Allora sei una Mamma Tigre. Desideri che tuo figlio sia felice ma vuoi anche sopravvivere nella giungla quotidiana della tua vita? Non è detto che sia sempre possibile ma benvenuta nel Club delle Mamme Riccio! Cioè delle mamme prive di certezze, più spesso in corriera (o su qualsiasi mezzo pubblico possa abbreviare i tempi tra casa e ufficio) che in carriera, ma che non rinunciano a essere mogli, lavoratrici, donne. Che devono mettere insieme il corso di nuoto dei bambini, la riunione con i capi e l'assemblea di condominio, senza dimenticarsi di fare la lavatrice, magari alle undici di sera. Che si arrovellano spesso su quale sia la migliore decisione da prendere e che allevano i figli (o almeno ci provano) con tutta la dolcezza di cui sono capaci ma senza rinunciare... agli aculei.

Nelle pagine di questo manuale semiserio, Betta Carbone, con leggerezza e umorismo e attingendo alla sua personale esperienza, vi guiderà e vi consiglierà nelle piccole-grandi sfide della vita: dalla scelta del partner alla gravidanza, dall'inserimento dei bambini al nido ai colloqui con le maestre, dalle "lotte" con i nonni alla ricerca della "tata", dalla scelta dello sport alle vacanze in famiglia, alle tante difficoltà che incontrano in Italia le donne che lavorano.

Non risolverà tutti i vostri problemi (tocca a voi farlo!) ma vi aiuterà a diventare più consapevoli del vostro valore, a mantenere i nervi saldi nelle situazioni difficili e a sentirvi meno sole, perché parte di una comunità di meravigliose Mamme Riccio.

  UN BRANO  - “Ecco appunto, la lunga giornata continua poi con la colazione. Ed eccolo di nuovo, seduto a tavola con l’allegra famigliola, l’ormai consanguineo senso di colpa. Compare tra la scatola dei biscotti e la confezione di cereali quando Mamma Riccio cerca di convincere la piccola che no, non diventerà una mozzarella
se almeno oggi terminerà il suo latte in meno di trentotto minuti. Sapete, Mamma Riccio ha da lavarle, vestirle, le creature, dovrebbe fare finta di rassettare i letti mentre un volenteroso Papà Riccio porta fuori il cane, darsi un minimo di contegno, non certo truccarsi – ci ha rinunciato durante lo svezzamento della prole – e da ultimo avrebbe anche da intercettare un pullman per arrivare al lavoro a un orario accettabile. Allora capita che a volte, non sempre per carità, diciamo a ore alterne, le scappi un urlo, un urlettino, una cosa minima, mica da chiamare Telefono Azzurro: «Sbrigati!!!». Quell’urlo, e il pianto disperato che innesca, con lacrime grosse come gocce di un acquazzone tropicale, le tornerà in mente quando, raggiunta finalmente la scrivania al lavoro, sentirà la collega alla «Sex and the city» lamentarsi della vitaccia infame che la costringe a raggiungere l’ufficio anche stamani, sebbene ieri sera abbia tirato le due di notte a un party «molto glam».

Archiviato lo smarrimento per un termine che a lei evoca una marmellata di vacuità, ecco che, una volta tanto, il senso di colpa trova un valido antagonista nella sensazione che 15 qualcuno la stia prendendo per i fondelli. Ma lui, il colpevolizzante compagno di viaggio, impiega un attimo a riprendersi tutto il palcoscenico. Basta lo squillo del cellulare. Basta una telefonata dalla scuola elementare della primogenita: «Signora Riccio? Scusi, sua figlia dice che il mal di pancia di oggi è proprio vero. No, non è come l’altra volta che poi ha ammesso di aver voluto solo darsela a gambe dalla verifica di matematica. Stavolta dice che non ce la fa proprio a rimanere a scuola». Caspita! Sbarra gli occhi Mamma Riccio. Inventa una scusa qualsiasi per allontanarsi dalla riunione con il direttore. La fuga di gas in casa l’ha usata quando l’hanno chiamata dall’asilo per dire che la piccola aveva assestato un destro alla Muhammad Ali all’angelica e riccioluta compagnetta. Andrà bene l’invasione di locuste in giardino? Ci prova, il tempo stringe, c’è da trovare qualcuno automunito e che, a differenza sua, lavori a meno di quaranta chilometri dalla scuola. Papà Riccio è fuori discussione: le ha detto che avrebbe staccato i telefonini («Sai, la mega riunione»; lei non ha spento il suo, in fondo, la sua con il direttore era di certo meno importante). Nonna Riccio? No! Figuriamoci, è martedì, il giorno in cui va a fare compagnia alla sua amica depressa: è tanto volenterosa Nonna Riccio, ma anche tanto impegnata, troppo per le emergenze famigliari. Dopo quelle undici, tredici telefonate (che sono ancora un buon risultato), Mamma Riccio si dice fortunata ad avere recuperato una cugina di terzo grado di Papà Riccio che non sentiva da sei mesi. La povera malata, preziosa parente, corre lei a recuperarla.”

  INDICE DEL VOLUME  – Prefazione – 1. Tigre, chioccia o riccio? Tu che mamma sei? – 2. Mamma in carriera o carriera da mamma? – 3. Se ci si mette anche Mister Riccio – 4. Quando Mister Riccio supera la prova pannolino – 5 Famiglia e ufficio: che tempi! – 6. Mission Impossibile I. La scuola: dai colloqui con le insegnanti alla recita di Natale – 7. Mission Impossibile II. Sport, gare e saggi – 8. Mission Impossibile III. Pappa-cacca-nanna, e zero pazienti – 9. I rapporti di vicinato e i cortili scomparsi – 10. Nonni e suoceri: battaglie sempre perse – 11. Quella santa donna delle Tata – 12. Finalmente vacanze! Per favore in hotel - 13. Antidoti e ringraziamenti – Piccola biblioteca della Mamma Riccio.   

 L’AUTRICE - Nata a Catania nel 1971, Betta Carbone ha (non necessariamente in ordine di importanza) un lavoro, un marito, due figlie, un cane, la passione per lo sport e una vita da pendolare su e giù da Milano. Da più di vent’anni lavora nel mondo dell’informazione, prima in radio e poi, dal 2005, come redattrice del settimanale “Diva e donna”, dalle cui colonne racconta e intervista i personaggi dello sport e dello spettacolo, specialmente quelli femminili.


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