Le paure sui vaccini e le repliche degli esperti

 Nel nostro Paese i «contrari» sono il 5 per cento

di Roberta Villa

  La stragrande maggioranza dei genitori fa vaccinare i propri figli. La percentuale di chi si oppone, in Italia, non supera il 5%, ma la voce di questa minoranza è talmente forte, soprattutto sul web, da dare l'impressione che il movimento contrario alla profilassi delle malattie infettive sia molto più diffuso di quel che è in realtà. «In effetti, cercando la parola "vaccini" in un motore di ricerca, è facile incappare in siti che alimentano timori ingiustificati» dice Alberto Tozzi, pediatra dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che da molti anni si occupa di questo tema. Nella rete o in tv si raccontano spesso, con un forte coinvolgimento emotivo, vicende di bambini colpiti da gravi malattie, come l'autismo, imputandole alla vaccinazione eseguita giorni o settimane prima della comparsa dei sintomi. «Si dà per scontato che la relazione temporale tra due eventi implichi necessariamente un rapporto di causa ed effetto» prosegue Tozzi, da due anni impegnato in un progetto dell'Organizzazione mondiale della Sanità per mettere a punto un algoritmo che aiuti a valutare, caso per caso, la possibilità che esista un vero legame, e non solo una coincidenza temporale, tra vaccinazione ed effetto collaterale. «In Francia, per esempio, si verificò un aumento di morti in culla proprio durante l'introduzione di un nuovo vaccino antipertosse — ricorda il pediatra — ma poi ci si rese conto che contemporaneamente era cominciata una campagna che invitava i genitori a mettere i neonati a pancia in giù, prima di capire che questo provvedimento, invece di proteggere, favoriva l'evento».

  Ma una volta che si è insinuato il dubbio, è difficile ristabilire la fiducia. È bastata la frode scientifica di un solo individuo, il medico britannico Andrew Wakefield (poi espulso dall'Ordine professionale), che falsificò i dati di un
lavoro condotto su una manciata di pazienti, per instillare nell'opinione pubblica mondiale, e mantenere per decenni, il timore che il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia possa indurre l'autismo.

   La mole di lavori prodotti in seguito, che ha unanimemente smentito la relazione, non è riuscita a neutralizzare l'effetto mediatico di quel sospetto, di cui ancora paghiamo le conseguenze con una copertura vaccinale per il morbillo inferiore alle attese. «Per paura dei possibili effetti collaterali del vaccino ci si espone al rischio delle conseguenze ben più gravi e frequenti della malattia, che oltre a poter essere mortale può portare con una frequenza che va da un caso su mille a uno su 100 mila a una condizione gravemente invalidante come la panencefalite  sclerosante subacuta — spiega Susanna Esposito, presidente della commissione dell'OMS per l'eradicazione del morbillo e della rosolia congenita. «Va detto però che anche i vaccini, come qualunque farmaco, possono avere effetti collaterali — afferma Pierluigi Lopalco, del Centro europeo per il controllo delle malattie —. I più comuni si possono vedere già negli studi che precedono l'immissione in commercio, ma se sono rari non si possono mettere in evidenza fino a quando il prodotto non è somministrato a centinaia di migliaia o milioni di persone».

 Per questo, anche dopo che le autorità competenti hanno accertato che il rapporto tra rischi e benefici è favorevole, occorre continuare la sorveglianza, come accade per qualunque medicinale: oltre ai controlli di qualità delle aziende, ogni nazione ha un suo sistema di rilevamento degli effetti collaterali dei farmaci, segnalati dai medici alle autorità centrali.

  «Questi casi però vanno verificati e non è facile accertare che dipendano dai vaccini, soprattutto quando si parla di condizioni rare — prosegue Lopalco —. Per questo a livello europeo è stato istituito il progetto Vaesco, che permette di mettere in comune i dati provenienti da vari Paesi e di accertare di volta in volta la consistenza dei segnali di allarme».

  Molte preoccupazioni, per esempio, hanno accompagnato l'introduzione del vaccino contro la pandemia cosiddetta suina, del 2009. Il vaccino contro un virus simile, negli anni Settanta, aveva provocato negli Stati Uniti alcuni casi di una forma di paralisi detta di Guillain Barrè. «Attivando la nostra rete in tutta Europa — dice Lopalco — abbiamo potuto constatare che in relazione all’evento del 2009 la vaccinazione di massa non ha influito sul numero di casi di Guillain Barrè che si verifica spontaneamente ogni anno». Viceversa, lo stesso sistema ha dato ragione ai neurologi finlandesi che avevano segnalato un preoccupante aumento dei casi di narcolessia, una condizione neurologica rara, alcuni mesi dopo la vaccinazione pandemica: «Abbiamo potuto confermare — prosegue l’esperto — che questa relazione, se pur rara, solo in Finlandia e Svezia, e con un vaccino che ora non è più in uso, effettivamente c'è stata».

  Nessuna conferma scientifica hanno invece trovato le altre paure che serpeggiano sui siti contrari ai vaccini.
  «Come l’idea, per esempio, — riferisce Tozzi — che troppe vaccinazioni possano indebolire le difese dell'organismo o che il sistema immunitario dei bambini piccoli non sia pronto a reagire a questi stimoli. Se così fosse i neonati non sarebbero in grado di reagire al ben maggior numero di sostanze estranee e microorganismi con cui vengono a contatto nella vita quotidiana».

  Altri sostengono che la pratica delle vaccinazioni, influendo sul delicato equilibrio del sistema immunitario, avrebbe favorito il dilagare delle allergie. «Ma i fatti provano il contrario, — replica il pediatra — nel caso della pertosse, per esempio, chi si ammala rischia l'asma più di chi si vaccina». Poi c'è il timore degli eccipienti e degli adiuvanti: per esempio, del mercurio contenuto nel thimerosal, sostanza che serviva a mantenere sterile il contenuto delle fiale. Per prudenza è stato tolto da tutti i preparati in commercio, anche se non c'erano prove che rappresentasse una minaccia per la salute. «L’alluminio, invece, è ancora contenuto, in quantità assolutamente innocue, in alcuni prodotti, come l'esavalente — precisa Alberto Tozzi —. Ha lo scopo di rendere più vivace la risposta immunitaria con una minore quantità di antigeni, cioè delle sostanze derivate dal microrganismo: l'arrossamento o il gonfiore che può provocare sulla pelle sono solo segni che funziona».

Corriere della Sera, 18 Novembre 2012, pag, 45



5 commenti:

  1. Il Signor Tozzi dovrebbe venire anche lui nel web e seguire le centinaia ma forse migliaia di Storie Vere (altro che racconti!), le tragedie di tante famiglie che sanno bene da che momento i propri figli hanno avuto problemi. Ogni giorno pervengono segnalazioni di genitori che sottopongono i propri figli alla vaccinazione esavalente che verificano reazioni avverse. Perchè nell'articolo non avete anche parlato che il vaccino Infanrix Hexa (esavalente) nel mese di ottobre è stato ritirato in 19 paesi del mondo per sospetta contaminazione di un batterio ad esclusione dell'Italia (e la produzione avviene nello stesso stabilimento) le successive rassicurazioni fornite dagli enti "preposti" alla tutela della nostra salute lasciano il tempo che trovano, i controlli devono essere fatti a monte. Come sempre per il numero crescente di famiglie che si ritrovano i problemi dopo queste pratiche "oltre al danno la beffa" che bella scienza! E la famosa storiella della frode scientifica ormai non regge più, il Professor John Walker-Smith, all’epoca collaboratore del Dott. Wakefield, è stato riabilitato dalla High Court of London in data 17 febbraio 2012, la vicenda è tutta in fase di revisione. Inoltre, attualmente molti studi stanno confermando le tesi del Dottor Wakefield (vedasi anche recentemente Pediatrics SUPPLEMENT ARTICLE
    Gastrointestinal Conditions in Children With Autism Spectrum Disorder: Developing a Research Agenda) anche queste notizie girano nel web.

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  2. Molti esimi studiosi hanno dichiarato che nei paesi evoluti è stato superato il punto di cross-over nel rapporto rischi/benefici. Per poterne parlare correttamente si dovrebbe però disporre di dati certi che cozzano contro una farmacovigilanza passiva inesistente! A dispetto degli obblighi, le famiglie che si recano dai medici lamentando sintomi riconducibili ad una “reazione avversa” vengono rimandate a casa con l’assicurazione che si tratti solo di sciocchezze a carattere passeggero. Oltre alla mia, conosco almeno un migliaio di famiglie con bambini autistici o con altre patologie trattate così! Solo in 2-3 casi è stata effettuata la denuncia di reazione avversa, quando la gravità dei sintomi ed il breve tempo intercorso tra la vaccinazione ed il loro manifestarsi, hanno impedito “strane” diagnosi.
    Inviterei gli studiosi a leggere, oltre alla copiosa bibliografia esistente, le tabelle VAERS per avere un quadro abbastanza esaustivo sia delle patologie correlabili alle vaccinazioni che dei tempi di latenza; sempreché i finanziamenti ricevuti negli ultimi anni da alcuni di essi da parte delle maggiori case farmaceutiche non si dimostrino una pesante “zavorra” anziché un ausilio al loro lavoro.
    Avv. Roberto Mastalia

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  3. fate schifo sciavi delle cause farmaceutiche. vergognatevi

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  4. Rimango sempre stupito nel leggere la superficialità con la quale vengono avallate tesi peraltro senza contraddittorio.
    Dapprima in quanto padre di un bimbo nato sano che, ad 1 anno e ½ , a 10 gg. dalla vaccinazione MMR Morupar, ha avuto una regressione cognitivo-comportamentale con perdita della parola e delle abilità acquisite, causa un’encefalopatia post-vaccinale.
    Poi, come avvocato impegnato a tutelare i danneggiati da vaccino nei tribunali di tutta Italia, a tenere conferenze oltre che come referente di associazioni e dei più importanti siti italiani sull’autismo.
    Secondo un’indagine di Sanofi Pasteur, il 95% delle persone parla negativamente dei vaccini in rete. Se tale percentuale si riduce in sede di vaccinazione è solo a causa delle paure anche di denunce ai TdM surrettiziamente indotte.
    Ritengo grave che, nonostante gli studi, ci sia ancora chi pretenda di sostenere le proprie tesi citando unicamente la vicenda del Dott. Wakefield, peraltro ancora in divenire. E’ falso affermare che il lavoro del Dott. Wakefield sia stato sconfessato in quanto affermava che:
    1). I soggetti presentavano problematiche gastrointestinali definite “Enterocolite Autistica”;
    2). Il mercurio-Thimerosal poteva essere responsabile di gravi danni e, solo come conseguenza, che la vaccinazione potesse essere causa dell'autismo.
    In ordine all’Enterocolite Autistica, ci sono decine di studi internazionali che l’hanno confermata, anche associata alla “Gluten Sensitivity”.
    Il Thimerosal, è stato bandito dai vaccini pediatrici dapprima negli USA e quindi nel resto dei paesi. Tra gli studi che ne hanno confermato la dannosità ricordo quello dell’Ospedale di Houston (PubMed 2012) relativo al suo ruolo nell’ossidazione e nella rottura del DNA mitocondriale. Lo studio “Danese” è stato sconfessato in quanto, secondo la stampa, sarebbero emersi legami tra il responsabile, Prof. Thorsen ed il CDC tesi ad alterarne il risultato; ma questa vicenda non ha avuto, purtroppo, la stessa eco di quella di Wakefield. Avvocato Roberto Mastalia

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  5. Francamente risibile è il collegamento dei casi di SIDS al fatto che i bimbi dormano a pancia in giù stanti gli studi, sia tedeschi (2006) che dell’ISS (2011), che ricollegano i decessi intervenuti entro 48 ore soprattutto alla prima vaccinazione esavalente.
    Inoltre, l’Australian Childhood Immunization Program, in uno studio pubblicato su PubMed nel 2010, ha accertato che il vaccino esavalente Infanrix Hexa, conteneva Thimerosal in quantità di 10 ppb!
    Le affermazioni del Dott. Lopalco in ordine sia ai controlli che precedono l’immissione in commercio dei vaccini, sia il rapporto rischi/benefici sono francamente risibili.
    L’insufficienza dei controlli si è palesata in tutti i casi di vaccini, soprattutto MMR, ritirati negli anni tra i quali “spicca” in negativo la vicenda del Morupar messo sotto osservazione nel 1992 e ritirato solo nel 2006!
    Molti esimi studiosi hanno dichiarato che nei paesi evoluti è stato superato il punto di cross-over nel rapporto rischi/benefici. Per poterne parlare correttamente si dovrebbe però disporre di dati certi che cozzano contro una farmacovigilanza passiva inesistente! A dispetto degli obblighi, le famiglie che si recano dai medici lamentando sintomi riconducibili ad una “reazione avversa” vengono rimandate a casa con l’assicurazione che si tratti solo di sciocchezze a carattere passeggero. Oltre alla mia, conosco almeno un migliaio di famiglie con bambini autistici o con altre patologie trattate così! Solo in 2-3 casi è stata effettuata la denuncia di reazione avversa, quando la gravità dei sintomi ed il breve tempo intercorso tra la vaccinazione ed il loro manifestarsi, hanno impedito “strane” diagnosi.
    Inviterei gli studiosi a leggere, oltre alla copiosa bibliografia esistente, le tabelle VAERS per avere un quadro abbastanza esaustivo sia delle patologie correlabili alle vaccinazioni che dei tempi di latenza; sempreché i finanziamenti ricevuti negli ultimi anni da alcuni di essi da parte delle maggiori case farmaceutiche non si dimostrino una pesante “zavorra” anziché un ausilio al loro lavoro.
    Avv. Roberto Mastalia

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