Bisogna mangiare meno e meglio

Nell’infanzia massima protezione per l’organismo: scelte in sicurezza già dalle prime pappe


di Elena Meli

  Inutile negare che il cibo, oggi, può essere parecchio diverso da quello che mangiavano i nostri nonni.

  Di questi tempi molti genitori guardano con diffidenza agli allevamenti intensivi, temono l’abuso di antibiotici nel bestiame, paventano pesticidi e fitofarmaci in frutta e verdura. Proprio di recente Agrofarma e 
  assofertilizzanti, le associazioni di Federchimica che si occupano dei prodotti usati in agricoltura, hanno sottolineato l’importanza di coltivazioni integrate, sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale: i fitofarmaci non sono per forza “pericolosi” e non se ne può fare a meno, l’importante è che siano usati correttamente.

COSA COMPRARE - Ma le mamme che vanno a fare la spesa che cosa devono mettere nel carrello per essere certe di non sbagliare? «Se il bambino ha meno di tre anni ci si può rivolgere con fiducia al baby food, che deve rispondere a requisiti di sicurezza molto severi in merito agli inquinanti. I livelli tollerati sono infatti più bassi rispetto a quelli degli altri cibi - risponde Giuseppe Mele, presidente di Paidòss -. La fascia zero-tre anni va protetta con maggiore attenzione, perché l’organismo in
forte crescita ha un metabolismo, caratteristiche ed esigenze peculiari. I prodotti alimentari pensati per i bambini sono sicuri dal punto di vista dei residui tossici presenti e sono anche “disegnati” sulla base dei loro bisogni nutrizionali: sono perciò equilibrati nei contenuti di calorie, proteine, sale, ferro e di tutti gli altri nutrienti».

  INQUINANTI - «Alcune mamme preferiscono dare cibi freschi ai loro bimbi, anche al di sotto dell’anno di vita: in questi casi, poiché si acquistano alimenti che non devono sottostare alle regole ferree e ai controlli del baby food, c’è la possibilità che contengano quantità di inquinanti superiori a quelle che la normativa tollera per i più piccoli - interviene Claudio Maffeis, docente di pediatria e responsabile dell’Unità di Diabetologia, Nutrizione clinica e obesità in età pediatrica dell’Università di Verona -. Oggi peraltro sappiamo quali sono gli inquinanti alimentari pericolosi, ma non che cosa accade se introduciamo più tossine a un livello sotto soglia, quali siano cioè gli effetti additivi e cumulativi nel tempo di piccole “dosi” di diverse sostanze tossiche introdotte assieme. Le conoscenze sono in divenire, tuttavia alcune certezze esistono: molti inquinanti si concentrano nel grasso, perciò gli alimenti vegetali, che contengono pochi grassi, sono più sicuri dei prodotti animali. Fin dall’infanzia ci si dovrebbe quindi abituare a mangiare con regolarità cereali integrali, frutta e verdura che, tra l’altro, contribuiscono a ridurre il rischio di obesità, diabete, ipertensione. L’importante è scegliere prodotti locali e di stagione, perché nel nostro Paese i controlli sulle produzioni sono ottimi; evitare frutti “esotici” a Natale, ad esempio, oltre a farci risparmiare, riduce l’esposizione a conservanti e sostanze usate per “forzare” la produzione o mantenere freschi i prodotti importati da lontano».

  PESCE AZZURRO - «Il pesce va benissimo, se si sceglie di piccola taglia: più è grande, più aumenta la probabilità che si siano accumulate tossine - dice Maffeis -. L’economico e ottimo pesce azzurro è perfetto, meglio ancora dei pesci di fondale come le sogliole. Per il pollame si possono scegliere animali allevati a terra, da allevamenti di qualità. Risparmiando sulle quantità ci possiamo permettere prodotti migliori. Del resto, per combattere l’obesità dobbiamo comprare meno cibo: mangiare meno e meglio, variando spesso il menu, significa ridurre il rischio di carenze nutrizionali ed eccessi, oltre a diminuire l’esposizione a eventuali tossine presenti».

Corriere della Sera, 23 dicembre 2013


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